SCIENTIFICITÀ PSICODINAMICA DEI SISTEMI MANTICI

Da sempre l’essere umano cerca di placare le sue angosce verso l’ignoto e l’incerto avvenire, facendo ricorso ai molti sistemi mantici concepiti dagli sciamani e dai sacerdoti delle varie culture, i quali si avvalgono di simboli più o meno complessi che si rifanno a precisi archetipi universali. L’alta variabilità nell’ambito interpretativo ha indotto la comunità scientifica a liquidare le tecniche di divinazione come semplici superstizioni, però le ultime scoperte di psicologia dinamica e di fisica quantistica permettono di capire meglio il funzionamento dei sistemi mantici e di coglierne il giusto valore: interpellare gli dèi della dimensione trascendente equivale a interpellare gli archetipi dell’inconscio collettivo.
Questo articolo non si pone né pro né contro i sistemi divinatori, ma tenta di spiegarne le caratteristiche e i meccanismi invisibili da un punto di vista il più oggettivo possibile, senza il freno dei pregiudizi dettati dal senso comune, pertanto l’uso delle informazioni che seguono è a completa discrezione del lettore.

I VARI TIPI DI SISTEMI MANTICI
I sistemi di divinazione sono solo apparentemente il frutto della superstizione, infatti sono nati come una scienza statistica della causalità, finalizzata a capire la relazione esistente tra gli eventi e specifici oggetti simbolici. Con l’avvento dell’era moderna si sono perse le radici di questa metodologia interpretativa, anche a causa della sua recente demonizzazione da parte dei monoteismi, così l’imprecisione ha dato spazio a maghi e a santoni di dubbia preparazione e dai fini ancor più torbidi.
I molti sistemi mantici possono essere suddivisi in tre categorie, a seconda del tipo di simboli da essi usati (dalle liste che seguono vengono esclusi metodi come la rabdomanzia e la radioestesia, perché il loro obiettivo originario consiste nel rilevare le variabili energetiche studiate dalla geobiologia).
1) Sistemi simbolici oggettuali: sono tutti quelli che s’avvalgono di strumenti dal valore simbolico quali monete, bastoncini, ossa, carte, ecc. A questa categoria appartengono le seguenti tecniche: divinazione della farina (aleuromanzia), dell’orzo (alfitomanzia) e del sale (alomanzia); divinazione dell’acqua (idromanzia); divinazione dell’avvistamento di animali (apantomanzia); divinazione dei dadi (astragalomanzia); divinazione dei fondi di caffé (caffeomanzia) e delle foglie di tè (tasseomanzia); divinazione delle carte (cartomanzia); divinazione dei nomi (onomanzia); divinazione dei sessantaquattro esagrammi (I-Ching); ecc.
2) Sistemi simbolici microcosmici: sono tutti quelli che interpretano la configurazione di certe parti del corpo. A questa categoria appartengono le seguenti tecniche: divinazione dei sacrifici umani (antropomanzia) o animali (aruspicina); divinazione delle mani (chiromanzia) e dei piedi (pedomanzia); divinazione della fronte (metoposcopia), degli occhi (oculomanzia) e dei denti (odontomanzia); divinazione della fisiognomia (fisiomanzia); ecc.
3) Sistemi simbolici macrocosmici: sono tutti quelli che tentano d’interpretare degli eventi naturali. A questa categoria appartengono le seguenti tecniche: divinazione della meteorologia (meteoromanzia) e del vento (anemoscopia); divinazione dei corpi celesti (astrologia); divinazione dei tuoni (brontoscopia); divinazione con numeri e lettere (aritmomanzia); divinazione della terra nel Feng Shui (geomanzia); ecc.

LE LEGGI SCIENTIFICHE DELLA DIVINAZIONE
Da tempo la psicologia dinamica ha riconosciuto l’esistenza di un inconscio non solo personale ma anche collettivo, che connette tra loro le creature del mondo a vari livelli, i quali sono sovrapposti e reciprocamente compenetrati.
Ad ampliare questa visione è stata la teoria dei campi morfogenetici, basata sull’osservazione che un comportamento assunto da un gruppo isolato di una certa specie animale, viene poi adottato senza motivi osservabili anche dal resto degli animali della stessa specie, sebbene questi ultimi non siano entrati in contatto coi primi. Tale modello interessa l’inconscio di razza, cioè il terzo livello dell’inconscio.
A confermare questi dati in ambito subatomico, è stata l’osservazione che gli elettroni precedentemente appartenuti a un medesimo atomo, tendono a influenzarsi reciprocamente nel comportamento nonostante siano stati separati.
Tutte queste evidenze dimostrano che l’inconscio non è solo un costrutto teorico utile per comprendere la mente, ma una dimensione invisibile suddivisa in strati compenetranti tra loro, che permea oggettivamente e a vari livelli l’intera realtà universale.
Pur senza le ultime conferme scientifiche, già all’inizio del XX secolo Carl Gustav Jung riconobbe la legge della sincronicità, la quale spiega le relazioni tra fatti interiori ed esteriori che sfuggono a una semplice spiegazione causale. Jung comprese che gli stati psichici influenzano e sono influenzati da eventi esterni apparentemente non correlati, e che questi ultimi possono essere conosciuti, inconoscibili o addirittura non essersi ancora verificati.

LE TRE FASI DELLA DIVINAZIONE OGGETTUALE
Lasciando da parte i sistemi simbolici macrocosmici e microcosmici, basati sul fatto che la natura crea e si organizza in base alle leggi degli archetipi, è arrivato il momento di capire meglio come funzionano i sistemi mantici oggettuali, che sono tali perché si avvalgono di simboli inventati dall’uomo, i quali fungono da tramite verso gli invisibili archetipi.
Ogni divinazione oggettuale necessita di tre fasi per essere realizzata.
1) Rito preparatorio: serve a creare nei partecipanti la giusta concentrazione, la giusta presenza e il giusto stato di coscienza per poter porre una domanda alla dimensione inconscia, in modo abbastanza efficace da poterne ricevere una risposta in chiave simbolica.
2) Esecuzione pratica: questa fase comporta l’attuazione vera e propria del sistema mantico prescelto. Ovviamente non tutti i metodi divinatori condividono il medesimo grado di efficacia nel saper tradurre il messaggio di risposta proveniente dall’inconscio, qualità che dipende soprattutto dalla complessità e dalla completezza dei simboli considerati da ciascuna tecnica. I metodi più affidabili sono l’I-Ching cinese e i Tarocchi egizi o celtici (ma anche quelli sciamanici degli animali o delle piante sono assai interessanti).
3) Interpretazione dei dati: solitamente viene effettuata dall’operatore della divinazione che il consultante si è in qualche modo scelto, il quale dev’essere un esperto nell’interpretare i simboli usati per la lettura del presente o del futuro prossimo.

LE VARIABILI CHE INIFICIANO LA DIVINAZIONE
Se tutte e tre le fasi appena elencate si svolgono nel modo corretto, il responso ottenuto dal consultante possiede alte probabilità di essere veritiero (se la domanda riguardava il presente) o di essere probabile (se la domanda concerneva il futuro). Purtroppo però le cose non si svolgono sempre da manuale e, soprattutto nella società moderna, alcune variabili possono concorrere a ridurre o ad annullare la veridicità del responso.
La prima cosa da considerare è lo stato di coscienza del divinatore e del consultante. Il divinatore deve autoindursi uno stato di trance, finalizzata a renderlo un tramite capace di ricevere e di amplificare l’energia psichica del suo utente. Il consultante dev’essere indotto dal divinatore a una lieve trance, che dia forza al suo inconscio personale (la porta) e al suo intento (la chiave), al fine d’inviare efficacemente all’inconscio collettivo l’energia della domanda che pone. Invece in televisione capita di vedere cartomanti che attuano la lettura delle lame standosene ben lontani dal consultante di turno, a volte addirittura senza nemmeno porgli una qualche domanda.
Anche l’azione mantica dev’essere fortemente agganciata all’inconscio collettivo, quindi, se ad esempio si devono pescare le carte dal mazzo dei Tarocchi, per sicurezza è il consultante che deve compiere tale operazione. Se però il divinatore possiede la capacità d’indursi uno stato di trance modulato per entrare in sincronia psichica con l’utente, allora può agire in prima persona, però una tale abilità si riscontra solo in personaggi particolarmente preparati come gli sciamani (quelli veri). Quindi è praticamente impossibile che chi legge le carte in TV sia capace di sincronizzarsi con la mente di una voce al telefono, alla quale bisogna rispondere velocemente per dare spazio ad altre telefonate, senza poi contare che la presenza delle telecamere ostacola l’instaurarsi dello stato di trance. Comunque è assai difficile che una tale eventualità possa verificarsi con successo anche durante un consulto dal vivo, perché la capacità personale che la consentirebbe si raggiunge con anni di training, svolto in situazioni tradizionali controllate e con la supervisione di un maestro. La morale di questo ragionamento è la seguente: se vi capita di consultare un divinatore che pesca lui le carte o che tira lui le monete, la cosa più saggia da fare è andarsene velocemente, prima di dover pagare un responso che ha poche probabilità di riferirsi a se stessi.
Il terzo grande problema da affrontare riguarda la capacità del lettore d’interpretare correttamente l’incastro dei simboli che si sono manifestati attraverso la tecnica mantica. L’abilità del divinatore dipende da un misto di conoscenza oggettiva (dei simboli mantici da lui usati) e di capacità intuitiva (fondamentale per farsi guidare dai simboli nello sviscerarne i significati più idonei al consultate e alla sua domanda). Essere altamente preparati ma poco intuitivi non permette di sintonizzarsi col cliente e con l’inconscio, invece usare solo l’intuito a discapito della valutazione razionale può portare a interpretazioni basate più sulle proiezioni personali che su quelle del consultante.
In conclusione, chi desidera richiedere un consulto divinatorio è bene assuma il giusto atteggiamento mentale, facendo attenzione alle variabili che possono inificiare la tecnica usata. Come in ogni ambito, una maggiore consapevolezza della situazione alza di molto le probabilità di successo e mette maggiormente al sicuro da eventuali bufale.

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